mission: impossible - fallout (2018)

SPOILER VARI

80% azione, 20% lirismo, questo ennesimo (e forse ultimo) film della saga bond americana non delude. Non sono mai stato un fan né di Hunt, né di Bond, né del cinema di azione in sé, ma il film si segue benissimo.
I colpi di scena, per uno spettatore scafato, saranno abbastanza prevedibili, ma rimane che Tom Cruise è, se non il più grande divo della storia del cinema americano, sicuramente il più grande degli ultimi 30 anni, un uomo capace di portare lo spettacolo sempre oltre ai suoi limiti (già solo la scena dell'aereo è qualcosa di spaventoso) e di ammantare di mistero la sua dimensione privata (fondamentale, per la costruzione di un vero divo). Ricordiamoci che ha cinquant'anni.
Ci sono due bei momenti, in questa saga dove il buon senso borghese regna sovrano: quello di una poliziotta cerbiatta che si scontra con logiche più grandi di lei, e Hunt sembra più interessato (quasi un Messia) a lei che ai suoi affari, e quello dell'incontro con Julia, con diversi sottotesti che fanno capo al mito di Penelope. Solo che Penelope non aspetta Odisseo, e Odisseo è, da "brav'uomo" quale è, lo accetta.
Qui sta il carisma di Hunt: un uomo interessato ad altri uomini e donne, e mai a se stesso. Molto più interessante, anche se meno storicamente fondato, di Bond, eroe pienamente maschilista e narcisista.
Da segnalare la presenza di Vanessa Kirby.
Scena preferita: la s*****ttata nel bagno del locale. Epocale.